Quasi senza rendermene conto mi sono imbattuto nel mito del masso di Sisifo, come sempre accade: nulla è per caso. 

 

Quello, che in questa narrazione ascoltata in un podcast che parlava di libri, mi colpito è stato il sentire nuovamente narrata la vicenda mitologica: Sisifo viene costretto da Zeus, dopo che questi si è, in buona sostanza, curato di irritare Zeus in ogni modo, a spingere un masso su di una montagna ed ogni volta che è in prossimità della vetta, il masso rotola verso il basso nuovamente, in modo da dannare per l’eternità, costringendo Sisifo a ricominciare nuovamente la fatica. 

 

Tralascio a voi, se ne avrete voglia, di andare alla ricerca delle interpretazioni più autorevoli che dalla antica Grecia, fino ai tempi nostri che sono passati da interpretazioni di Omero nell’Odissea, fino ad Albert Camus ed arrivando finanche ai Pink Floyd che nel loro album UMMAGUMMA fecero ben quattro tracce di un unico brano strumentale intitolato a Sysyphus. 

 

Ciò che mi interessa invece cogliere dalla mia personale interpretazione è una metafora che possa offrire spunti di riflessione a quanto mi accingo a Illustrarvi. 

 

Lavoro, sport e forse la vita personale e privata di ognuno di noi affrontano la ciclicità della sconfitta che nel mito è rappresentata dal rotolare verso il basso della nostra fatica compiuta nello spingere verso l’alto il nostro masso. Ma come Zeus condannò Sisifo ad una eterna “dannazione” così noi siamo condannati ad impegnarci per vivere il ciclo continuo dei giorni che scorrono come salite faticose e discese sempre repentine. 

 

Dannazione tuttavia che possiamo sconfiggere con un diverso atteggiamento a quanto è immutabile per scelta, nel caso del mito, di una entità più alta di noi e per questa ragione appunto immutabile. 

 

Pensiamo a quante volte nei nostri percorsi troviamo ostracismi immotivati a quanto ci proponiamo d realizzare, tre esempi:

1) Pensiamo ad un’idea imprenditoriale, la ragioniamo e ne costruiamo il perimetro, forgiamo le armi dell’energia necessaria ad affrontare le difficoltà, redigiamo piani di marketing, business plan, analisi di mercato, ma una volta che abbiamo risolto ogni aspetto capita che più banche chiudano gli entusiasmi non comprendendo e non aiutando l’idea nemmeno a partorire; il masso rotola precipitosamente nuovamente verso il basso, a questo punto ci sono due strade: affliggersi alla dannazione e comunque ricominciare o assumere un occhio diverso che dice: solo per il fatto che sto percorrendo il cammino verso il basso per ripartire nella nuova salita e riesco a lanciare quel sorriso sfrontato al mondo che mi consentirà di ripartire con nuove idee, nuovi modelli di comportamento, solo per questo non sono sconfitto.

2) A volte abbiamo la passione che guida il nostro sport a lanciarci in qualche avventura che dovrebbe permetterci di attirare i giovani a fare sport per consentire una migliore crescita personale e sportiva, coinvolgiamo i nostri amici a mettere professionalità in questo a “lavorare” insieme per realizzare un sistema virtuoso di sport; e spingiamo il nostro masso per far capire alle istituzioni che serve semplicemente del buon senso per concedere le strutture presenti e contribuire con piccoli sforzi a concedere un campetto all’aperto, una palestra non utilizzata, ed invece ci troviamo con il masso rotolante verso il basso a vedere quasi infrangersi le nostre idee per fare il bene di giovani e società. Anche in questo caso risalire con il masso quel monte fatto di ostacoli stupidi non può essere la sconfitta ma piuttosto la capacità “sportiva” di ripartire dalla sconfitta senza arrendersi e trovando nuove iniziative per far capire agli ottusi che si può fare.

3)La vita di ognuno di noi ha senza esclusione massi da far rotolare in salite sempre ripide e tortuose che hanno ostacoli continui che minacciano e costringono il masso a retrocedere, a rotolare inesorabile verso il basso, costringendoci a ricominciare ogni volta una salita sempre faticosa: una malattia di un proprio caro, una serie di problemi economici. I massi rotolano verso il basso, ma non possiamo arrenderci a questo ineluttabile susseguirsi dei giorni.

 

La vittoria è rappresentata già dal solo fatto di accingersi a scendere per risalire, per affrontare la nuova risalita con la fatica di spingere il masso. 

 

Certo questo è un punto di vista ma l’esistenza di ogni persona o cosa è costituita, a ben pensarci di due macro aree: quella delle cose che possono essere cambiate perché rientrano nelle capacità di ognuno di noi di poterle affrontare e mutare, e quella delle cose immutabili che per quanto noi ci si possa dannare non riusciremo mai a cambiarle. 

 

Tra le cose immutabili, che diciamola tutta, son quelle per le quali abbiamo una assurda predilezione a lamentarci e dalle quali ci facciamo maggiormente rubare le energie: il tempo è una di esse, per quanto ci si possa dannare un giorno avrà le sue 24 ore, un’azione di basket avrà sempre 24 secondi, fino a quando gli organismi preposti non cambieranno la regola per lo meno; le tasse per quanto possano non piacerci sono necessarie e immutabilmente da pagare, ma ci lamentiamo come se potessimo scegliere diversamente in modo libero. 

 

Mentre il masso rotola verso il basso dovremmo comprendere meglio la conformazione del terreno vedere i punti in cui fermarci nella risalita per prendere fiato e recuperare le forze, saperci adattare e guardare quanto è nelle nostre reali possibilità di cambiamento e cosa invece dipende da scelte di Zeus o delle istituzioni preposte o ancora da leggi della Natura stessa. 

 

Solo avendo la capacità di cambiare il nostro sguardo e smettendo una volta per tutte di trovare i mille alibi per non fare, ma convogliando le energie in quello che possiamo e dobbiamo fare per condurre il masso verso l’alto della montagna, anche se stiamo, nel vivere, comprendendo che quel masso prima o poi tornerà a scendere perché poi noi con un atto di vittoria si abbia la capacità di non arrendersi al suo rotolare verso il basso, ma consapevoli che saremo nuovamente noi a spingerlo verso l’alto nuovamente.  

Nuovamente, termine che come viene definito nella “Treccani”: nuovamente (avverbio. [der. di nuovo aggettivo, col suffissomente]). – [un’altra volta: esaminarenuovamentelaquestione] ≈ ancora (una volta), daccapo, di nuovo, ex novo. ‖ ulteriormente. 

 

Ancora una volta mai arrendersi, anche se il piacere della vittoria dura solo quell’attimo in cui si raggiunge la vetta. Affrontare la sconfitta scendendo dal monte per andare a riprendere il masso da spingere sarà la nostra vera vittoria perché ci avrà insegnato a sconfiggere l’insuccesso facendone diventare la nostra energia futura. 

   

Salire nella fatica anche squando si è consapevoli che lo scivolare in basso può accadere ad ogni passo.

Vincere non può essere il tutto, obiettivo principale è migliorare e migliorarsi.

Gestire l’errore come arma per vincere, non è necessario essere perfetti ma essere perfettibili.

NIKE, forse in pochi sanno che Nike non è altro che la dea mitologica della vittoria